The Butcher

La storia di William ebbe inizio nel piccolo villaggio di Oto, non molto distante dalla celebre Foresta Millenaria, ultimo baluardo della natura. In questo clima caldo e confortevole, il giovane crebbe spensierato, gustandosi appieno i primi anni della sua fanciullezza, venendo educato secondi valori come l'amore, l'amicizia, il coraggio e la virtù. Il suo vecchio gli faceva da capo ed insegnante, in quanto possedeva nel villaggio, una piccola bottega adibita a macelleria. Per guadagnare qualche soldo il ragazzo svolgeva delle piccole mansioni per il padre, e nel tempo libero venivaistruito dallo stesso ai primi rudimenti del combattimento, dato che in quei luoghi maneggiare un'arma voleva dire sopravvivere. William era molto portato per il corpo a corpo, ed il vecchio Cid se ne accorse subito, tant'è che un giorno, messo in difficoltà dal piccolo fu costretto a difendersi e a colpire. Fu un azione istintiva fatta senza pensare, che però lasciò un ampio squarco sul petto del giovane che rimase basito dinanzi al suo sangue. Credeva che quel genere di cose accadessero solamente nei racconti di suo padre, che mai una lama potesse incontrare la sua carne. Di quel giorno ricorda solo rosso e nero, dato che da li a poco dopo cadde a terra svenuto. Fu un urlo a svegliarlo, il più agghiacciante che avesse mai sentito; William si alzò dal suo giaciglio di scatto, serrando i denti per il dolore al petto. In un attimo si ricordò di tutto ciò che era successo, di tutte le lezioni ricevute dal padre, e non riusciva a capacitarsi di come fosse potuto accadere. Un secondo grido lo riportò bruscamente alla realtà. Si precipitò fuori, al buio, mentre il vento gelido perquoteva ogni centimetro di pelle. Aveva una sensazione strana nel petto, una sorta di peso. Corse più veloce per allontanarla, mentre i suoi piedi nudi battevano ritmicamente sul selciato sollevando piccoli spruzzi d'acqua. Inizialmente non ci badò, ma poi gli sovvennero in mente alcune lamentale dei contadini, che si lamentavano dell'eccessiva siccità. Abbassando lo sguardo potè notare che il liquido cremisi che bagnava la strada era sangue, e a giudicare dai corpi disseminati agli angoli, doveva appartenere a gente del villaggio. Con la paura nel cuore corse a perdifiato nella bottega del padre, dalla quale provenivano altre urla disumane, e la scena che si presentò dinanzi ai suoi occhi fu raccapricciante. Sua madre era legata ad un palo, mentre un uncino le bloccava le mani, trafiggendole e versando copiosamente del sangue, mentre un uomo la stuprava selvaggiamente. Le urla provenivano dalla sua gola, ed erano a metà tra lo sdegnato ed il raccapricciato. Seguendo il suo sguardo, William poteva capire il perchè. Suo padre giaceva a terra, pesantemente mutilato, costretto a strisciare per sfuggire ai numerosi colpi che si abbattevano su di lui. Gli avevano tagliato le dita dei mani e dei piedi, le orecchie ed il naso. Agli occhi del ragazzo l'intera scena che gli si parava dinanzi sembrava come spruzzata di un'intensa sfumatura rosso cremisi. Dai suoi occhi scendevano calde lacrime, ma fu quando i suoi occhi incontrarono quelli del padre che il suo corpo si mosse da solo. Senza rendersene conto impugnò una mannaia nella mano destra, ed un coltellaccio nella sinistra, lordi di sangue che stavano appoggiati sul bancone. Poi con un urlo disumano si scaraventò sul tizio che si fotteva sua madre, usando la mannaia per evirarlo in un colpo solo. Lo stupratore ululò per il dolore tenendosi stretto tra le gambe mentre una fontana di sangue inzuppava le sue vesti. Preso alla sprovvista l'altro uomo lanciò l'ascia che teneva in mano verso di lui, colpendo però sua madre in pieno petto, che si accasciò senza fiatare. A quel punto la sua furia esplose, il suo cuore puro fu corrotto dall'odio e della vendetta, e con un impeto selvaggio si lanciò contro l'uomo disarmato, affondando entrambe le lame nella sua pancia, tirando poi con forza verso l'esterno; le budella del bastardo si riversarono a terra, mentre questi ancora non si capacitava cosa fosse successo. A quel punto si incamminò a passi lenti verso lo stpratore che lo guardava tremante e pallido, a causa della paura e del sangue perso. Si inginocchiò, chiese pietà, ma ebbe solamente una razione indicibile di dolore. L'apprendista del macellaio lo fece letteralmente a pezzi, facendolo prima impazzire per il dolore, e poi sbranare dai maiali. Le urla del malcapitato furono accompagnate da una sonora risata che proruppe dalla bocca di William. Era completamente folle, ed avvicinatosi al padre gli disse poche parole.

« Vecchio, ti sono grato per i tuoi insegnamenti, ma d'ora in poi io farò della violenza la mia dottrina. Ne onore, ne giustizia, solo dolore e paura. Riposa in pace, Padre...»

Un attimo dopo affondò la lama del coltellaccio nella sua testa, privandolo di qualsiasi sofferenza.

Quella notte l'intero bottega bruciò e non ci furono sopravvissuti. Tra i vari corpi carbonizzati c'era anche l'anima di William Corrol, che da quel momento in poi si dedicò solo a se stesso, affinando le sue arti, con l'intento di creare una banda di tagliagole, che avrebbero gettato nel caos l'intero mondo. Sarebbe stato un mercenario, avrebbe ucciso su commissione per saziare la sua sete di sangue. Sarebbe stato libero di essere il Macellaio.