Onore et Gloria - L'antica legge dei cavalieri erranti

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view post Posted on 8/7/2012, 12:27

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Il tuo background è una miniera di interpretazioni, ma la cosa da cui direi di partira è ciò che ti spinge a diventare pirata. Sei/eri un cavaliere, forgiato da antichi valori e inossidabile lealtà, macchiata dagli eventi che ti hanno portato a quello che sei.

Come introduzione, giusto per scaldarci, direi di fare un bel post in cui descrivi quel sottile passaggio dalla vita di "castello" a quella di errante. O meglio, ciò che spinge il pg ad andare per mare, poi intervengo io.

Ti do carta bianca, non hai bisogno di raccomandazioni


 
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view post Posted on 8/7/2012, 20:29
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7vIlb
« Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare. »
Si trovava nell'erba, seduto a gambe incrociate. Aveva gli occhi chiusi, provando a chiudere la mente a qualsiasi pensiero esterno; così come gli avevano insegnato.
Per tutta la vita aveva dato maggior importanza al corpo che all'intelletto, allenando il fisico in tutte le discipline che erano richieste ad un uomo del suo rango.
Scherma, arceria, caccia, atletica, erano solo alcune delle arti a cui si era dedicato, affinchè la sua formazione potesse essere completa.
Con un mezzo sorriso ricordò le lezioni private del suo magistro, di come il leggere e lo scrivere fossero sembrate due conquiste così grandiose alla tenera età di cinque anni. E poi le ore passate a studiare la geografia, la topografia, la dialettica...
Non ne conservava dolci ricordi, eppure ricordava perfettamente la sensazione di libertà che esplodeva nel suo petto ogni volta che abbassava la penna per poter impugnare la spada.
William non finì mai i suoi studi, sacrificando quel tempo alla più nobile causa dell'esercizio per poter essere investito cavaliere.
Sull'isola di Hetul la mente valeva tanto quanto l'acciaio, se non di più.
La meditazione era il primo passo verso la conoscenza di se stessi e delle proprie emozioni, la ricerca di un luogo sicuro all'interno del proprio Io.
I monaci lo avevano guidato attraverso il suo scetticismo, ed ora era lì nel mezzo del nulla, rivivendo con serenità quelli che erano stati gli anni del cambiamento.

Era giunto su una scialuppa di legno marcio che scricchiolava sotto il peso della sua armatura, trascinandosi dietro il sangue e le lacrime di una città ridotta ad un rudere, con alla cintola solo l'elsa inservibile della spada con cui aveva giurato di proteggere un popolo massacrato.
Non solo disperazione, ma anche speranza.
Avvolto nel suo bianco mantello c'era una bambina di pochi mesi, dallo sguardo dolce e sparuto, che lo fissava con occhi di smeraldo quasi a volerlo ringraziare.
Proprio come sua madre, il cavaliere gli aveva regalato la vita, spogliandola di qualsiasi valore nobiliare per lasciargli solo quell'essenza di libertà che nessuno avrebbe potuto strappargli.
Aveva chiesto ai monaci che la bambina venisse cresciuta con affetto e passione, facendo - appena dopo - una richiesta ben più crudele per il suo cuore.
Non voleva che, mai e in nessun modo, lei conoscesse il suo nome oppure ciò che aveva fatto.
Benchè nel profondo desiderasse la gratitudine, era consapevole che la protezione dell'anonimato era la cosa migliore che la bambina, oramai divenuta una giovane donna, potesse ricevere in dono.

Il cavaliere era morto insieme alla sua terra, per risorgere come una fenice dalle sue ceneri. Dopo la meditazione era passato a studiare la filosofia, abbandonando i vecchi tomi polverosi per osservarla intorno a se.
Il principio su cui ogni cosa era fondata era il cambiamento, una sostanza mutevole che impregnava qualsiasi cosa; uno scultore che realizzava forme sempre nuove e fresche da un blocco dal potenziale infinito.
Era questo ciò che il fu Lord Perth si considerava.
Un ricettacolo attraverso cui dar forma a nuovi orizzonti, così da raggiungerli a scoprire ciò che celavano alla vista.
Aveva trasformato la sua visione del mondo, il suo modo di pensare, persino il suo stile di combattimento.
La vecchia armatura con incisa l'araldo di famiglia era stata fusa assieme all'elsa della spada, ed il suo cuore pianse quando il fuoco inghiottì le placche di metallo, ma la meraviglia nel vedere quel rivolo d'argento scivolare nella conca fatta su misura fu persino più grande.
La corazza venne dunque riforgiata nelle due katane che portava appese a un fianco, trasformando per sempre ogni nozione che aveva sul duello e sulla postura.
Era stato addestrato a combattere con la lancia, la spada, lo scudo e la mazza ferrata, ma non appena saggiò il peso di quelle due lame capì che avrebbe dovuto riadattare completamente il suo corpo e le sue movenze.
Gli fu insegnata una disciplina militare che si basava sul controllo del proprio baricentro, che faceva della difesa e del disarmo le sue peculiarità.
Tuttavia il cavaliere si dimostrò restio a questi precetti; il suo stile non poteva essere completamente riscritto, e fu per questo motivo che la conclusione a cui giunse parve essere ancor più soddisfacente.
Gli anziani furono entusiasti all'idea di sublimare i due stili in un unica entità, affinchè occidentale e orientale potessero convivere in un'anima sola.
Gli chiesero dunque di riconsegnare una delle due spade, affinchè venisse modificata per adattarsi meglio alla sua mano. Il fabbro forgiò per lui un pezzo unico, una spada dai tratti orientali, con una lama appena ricurva che terminava con l'elsa tipica della spada lunga; la medesima che aveva quando era sbarcato.
William Perth aveva compreso l'apice della dottrina che tanto lo aveva affascinato. Il cambiamento dell'essere focalizzato sul singolo individuo.
La capacità di controllo coadiuvata all'istinto di lasciarsi cullare.
Erano già passati due anni da allora...

Si trovava al molo, così come era solito fare negli ultimi giorni. Poteva sembrare che la sua fosse solo una passione sbocciata sul nascere, quella di navigare e guardare i raggi del sole riflettersi sulla superficie salata. Ed in parte era così, tuttavia ciò che realmente albergava nel suo petto era una profonda sensazione di smarrimento e indecisione.
Erano mesi che sentiva voci inerenti alla ricostruzione della capitale da cui era scappato, aveva sentito persino voci da mercanti che parlavano di un nuovo sovrano insidiatosi sul trono di pietra, la cui brama di potere aveva letteralmente schiacciato le popolazioni limitrofe e quegli stessi barbari che avevano razziato la città. La bambina sarebbe stata la legittima erede di quello scranno, ma se le chiacchiere erano vere, le prospettive non erano così rosee.
Ricordava bene i giochi di corte e quella insopportabile sensazione di essere costantemente braccato da centinaia di occhi che seguivano ogni minimo spostamento attorno alla sala grande. Come tanti piccoli ragni che custodivano gelosamente la propria tela.
L'imbarcazione che aveva dinanzi era la possibilità di sfuggire a possibili spie, tenendo così al sicuro la ragazzina - o principessa.
Era una scelta dolorosa, dal momento che mai prima d'ora era riuscito a trovare un simile equilibrio tra le cose, e seppur i suoi doveri lo spingessero verso la via più ovvia e tortuosa, quegli stessi principi si sgretolavano dinanzi alla pace che aveva dinanzi.
Perchè perpetrare una vita di sacrifici? Non era abbastanza quanto aveva già fatto?
Sulla piccola barca c'erano acqua e provviste sufficienti per qualche giorno, ma lui non aveva idea di come si navigasse, ne una meta verso cui salpare.

« Un Cavaliere protegge i deboli e gli indifesi poiché è per difendere loro che esistono gli uomini d'arme. »
Era la Quinta Legge del Codice che aveva giurato di servire, a cui si era votato finchè l'ultimo alito di vita fosse spirato dal suo corpo..
Lord Perth era morto, il suo codice - tuttavia - no.


Edited by Mad MiKe 90 - 8/7/2012, 23:51
 
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view post Posted on 9/7/2012, 19:14

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« Una bagnarola del genere non le si addice, buonuomo »

Una voce calda, lenta nel suo discorrere ma allo stesso tempo sicura e ferma. Un uomo alle tue spalle sembra osservarti mentre prepari tutto l'occorrente per salpare. Capilli bianchi, lunghi con sfumature grigiastre, il volto segnato dal tempo e dalla vita, una benda al posto dell'occhio destro e un vestiario che di certo non lasciava pensare a un marinaio, e nemmeno a un uomo di quelle parti.

« Portamento, equilibrio, educazione non da marinaio, vista la sua scarsa capacità di scegliersi un'imbarcazione adeguato. »

Fece qualche passo, mentre continuava a proferire parola come se ti conoscesse da anni, come un maestro che parla ad un suo allievo, come un padre parla ad un suo figlio. Ti passò di lato, lasciandoti sentire il suo odore, così fuoriluogo in un molo del genere. Quattro o cinque passi al massimo, e poggiò il suo bastone sul bordo dell'imbarcazione che scricchiolò rumorosamente.

« Il mio nome è Lord Hades, istruttore e iniziatore di aspiranti cavalieri. Non ho potuto fare a meno di notare il suo interessante bagaglio, posso chiederle come si chiama, buonuomo? »

L'occhio ricadde palesemente sulle spade, il cui bagliore non poteva restare indifferente all'attenzione di un esperto cavaliere quale quell'anziano signore, che non nascondeva un certo interesse verso la tua situazione. Mentre parli con lui, noti una fila di uomini sopraggiungere sul molo, caricando casse di rifornimenti su di una nave nera come la pece, dall'altro lato del molo.

 
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2 replies since 8/7/2012, 12:27   95 views
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