Il cuore caldo della nebbia.

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Eclipsed
view post Posted on 15/10/2012, 22:45 by: Eclipsed




E' mattina inoltrata, e il sole mattutino scioglie la rugiada formatasi durante la fredda notte, nelle terre di Kiri. Hiro dormiva profondamente, turbato da fastidiosi incubi: non faceva che scappare da qualcosa, o da qualcuno, che lo inseguiva affannosamente. E, come ogni volta, si risvegliava col fiato corto e realizzava che si trattava solo del solito sogno. Si lasciò quindi cadere sul materasso e lasciò passare qualche minuto prima di alzarsi. Capì che era bel tempo dalla luce d'orata che filtrava tra le tapparelle della finestra. Spalancò le ante e osservò l'azzurro del cielo, inondato dal caldo tepore del sole. Gli uccellini cinguettavano, il vento sospirava leggero, il prato lussurreggiante splendeva e danzava. Fece un respiro profondo e si rese conto di essere davvero felice: "al diavolo gli incubi... il mondo oggi è sorridente", pensò scendendo di corsa le scale. Kiri vedeva raramente belle giornate come questa: la nebbia era presente quasi ventiquattr'ore su ventiquattro, d'estate o d'inverno. Ma bastava che le correnti dei venti cambiassero di poco il loro moto, aggirando i monti che separavano la loro terra da quella di Konoha, ed ecco che per qualche giorno si poteva godere di uno splendido cielo privo di nuvole. Scendendo in cucina, Hiro si mosse liberamente e senza pensieri: sapeva di essere solo a casa. Si preparò fischiettando la colazione, e una volta sedutosi a tavola si accorse di essere in ritardo. Mangiò dunque in fretta e furia e si avviò fuori dall'abitazione, diretto verso l'accademia del Villaggio. Hiro era molto felice di andarci: da quando aveva scoperto di possedere dei poteri speciali, assolutamente unici nel loro genere, si sentiva orgoglioso di avere l'opportunità di poter dimostrare a sè stesso e al mondo intero i proprio valore e le proprie capacità. Dunque affrettò il passo tagliando corto per il parco: non aveva alcuna intenzione di arrivare tardi alla lezione.

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Durante gli ultimi giorni, Hiro si era allenato tutti i giorni, specialmente il pomeriggio, dato che la mattina era impegnato in accademia. I suoi allenamenti occupavano la maggiorparte della gioranta, e a volte sfociavano fino tarda nottata, ben oltre il terzo coprifuoco, l'ultimo consentito se non si voleva pagare una multa salata facendosi trovare a zonzo per il villaggio di notte. Tutti questi sforzi avevano conseguenze positive: per prima cosa rendevano Hiro più fiducioso di sè e ansioso di scoprire cosa gli serbasse il futuro. E sopratutto tenevano la sua mente lontana dalle sue preoccupazioni; ma purtroppo non avva ancora imparato ad evitare di viverle durante la notte, nei momenti di sonno profondo. Non aveva ancora confidato a nessuno della sua nuova scoperta, per poter gustare con calma la reazione degli amici. Neanche ai suoi genitori, che cominciavano però a sospettare qualcosa: Maya trovò una maglietta completamente bruciata nel cestino, e Tod intuiva che qualcosa stava cambiando il ragazzo: e non si trattava dei suoi genitori. Hiro stava cambiando fisicamente. Era pieno di graffi e bruciature, le nocche spellate, e la sua persona emanava un'energia tutta nuova. Tod era un medico e conosceva bene il corpo umano; aveva avuto a che fare molto sia con persone normali che con Ninja dalle doti più singolari, e non si sarebbe stupito più di tanto se fosse venuto fuori che Hiro era dotato di qualche potere particolare. In qualunque caso, Tod era in buoni rapporti con il Sensei del giovane, e avrebbe saputo presto se qualcosa era cambiato davvero. Mentre avanzava in corsia, ccompagnando un paziente, pensava che forse era il caso di andare a farci due chiacchere. Sollevò lo sguardo e vide che di lì a un'ora avrebbe avuto 2 ore di tempo libero. "Bene" si disse "passerò per l'accademia e vedrò come sta il Sensei."

Alle 12.30 esatte, Tod si chiuse alle spalle le porte d'ingresso dell'ospedale, e si avviò a passo svelto verso la grande scuola. Gli ci volle poco per raggiungere la struttura, e trovò subito il Sensei: era anch'egli appena arrivato, così gli corse incontro e lo chiamò "Ehi, Kobawe!" . Il Sensei sorrise quando lo riconobbe "Buongiorno a te Tod, come andiamo?". Tod non volle mentire "non ci si può lamentare, anche se ultimamente ci sono dei problemi col ragazzo... ha saputo". Kobawe parve sorpreso "Ah, finalmente glielo hai detto? Era ora... Beh, è normale che inizialmente troverà difficile accettare lo stato delle cose. In ogni caso lo vedo bene, più forte e determinato che mai!". Tod si sentì subito meglio: "Le tue parole mi rincuorano... a tal proposito, hai notato nulla di strano in lui?". Kobawe fece un'espressione dolente, come se si aspettasse quella domanda. Gettò degli sguardi alle sue spalle e sembrò accertarsi bene che non vi fosse nessuno nei paragi prima di rispondere: "Beh... Tod, dovremo parlarne in privato un giorno... ci sono delle cose che non ti ho ancora detto" guardò bene nuovamente a destra e a sinistra e poi aggiunse, quasi sussurrando, tutto di un fiato "pare che il ragazzo stia sviluppando un potere singolare." Tod sobbalzò: aveva indovinato allora! "Avrà preso dai suoi veri genitori..." disse, non potendo notare una punta di risentimento nel suo tono di voce. Kobawe lo guardò molto seriamente "a quanto pare le squadre speciali sono interessate a lui. Ma fa' come se non ti avessi detto nulla... per ora non so dirti di più." Tod capiva benissimo. Quando si trattava di squadre speciali, bisognava parlare poco e capire molto. Annuì grevemente. "E c'è dell'altro: è giunto un incarico per lui. Sto giusto andando a portargli l'ordine." Questo Tod non se lo aspettava. Continuò ad annuire e con un cenno della mano ringraziò l'amico per la sua sincerità. Quindi lo salutò e si allontanò in fretta con la scusa di dover tornare in ospedale. Moriva dalla voglia di sapere di cosa si trattasse, ma Kobawe non ne aveva idea. Gli ordini del Mizukage giungevano ai Sensei sigillati, e per legge andavano aperti e letti di fronte al Ninja scelto. "Perchè tutto ciò mi infastidisce?"pensò tra sè e sè, mentre raggiungeva il mercato alla ricerca di Maya, per raccontarle le novità.

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Hiro aveva visto di sfuggita il padre parlare con il suo Sensei, mentre attraversava uno dei tanti corridoi dell'accademia, diretto verso l'aula in cui soleva incontrarsi con i compagni e il maestro. Si era fermato ad osservarli conversare. "Il vecchio avrà capito qualcosa..." pensò "ma hanno parlato così a lungo... cosa avranno avuto da dirsi?". Fu sorpreso, entrando in aula, nello scoprire che vi era solo una persona, appoggiata al banco.

"Ehi Robbie... ma gli altri?" salutò, lanciando lo zaino a terra. Il compagno fece spalluccie "'cazzo ne sò... in ogni caso sono tutti in ritardo - tu compreso". Hiro lo guardò alzando il sopracciglio "non è che tu sia sempre così puntuale..." Robbie era il classico tipo ribelle che non provava piacere nel faticare. Era molto intelligente, ma i voti in condotta gli abbassavano pesantemente la media. Inoltre era l'unico allievo di quell'anno a possedere un potere speciale: il maestro ne parlava sempre con orgoglio, ed era sempre guardato dagli altri come qualcuno che avrebbe potuto fare molto, ma che si impegnava poco. In realtà nessuno lo sapeva, ma Robbie si allenava moltissimo. Egli possedeva degli occhi particolari, attraverso i quali poteva far star male la gente: era in grado di generare illusioni nella mente delle sue vittime senza troppi sforzi. Certe volte riusciva a far sobbalzare persino il Sensei Kobawe! A Hiro Robbie stava molto simpatico. Erano molto amici, ma ancora Hiro non aveva voluto rivelargli la sua scoperta... aspettava il momento giusto per poterglielo dimostrare di persona, e stupirlo come era in grado di stupirlo lui con le sue complicate illusioni... "Ma dove sono tutti?!" chiese Hiro ad alta voce. "Chissà cosa faremo oggi..." sospirò Robbie, temendo di dover faticare. Non fece in tempo a finire la frase che il Sensei entrò in aula. Ma non aveva il volto sorridente come sempre: era bensì molto teso. Quando parlò lo fece con tono molto serio.

"Ragazzi, oggi è un grande giorno per voi. Per la prima volta in quest'anno, il Mizukage ha spedito un compito di categoria "C" per degli studenti, e ha scelto voi. Prendete gli zaini e seguitemi"

Hiro avvertì una sensazione di euforia improvvisa. "WOW! Una missione, fantastico!" esclamò, correndo a prendere lo zaino. "Oh, nooo, ma proprio oggi? Stanotte non ho dormito niente!" si lamentò Robbie "possibile che queste cose succedano sempre nei momenti sbagliati! Non ci si può rifiutare vero?" Hiro non credeva alle proprie orecchie "Fratello ma stai scherzando? Hai paura o cosa?" gli lanciò uno sguardo di sfida. Robbie fece finta di niente, e borbottò qualcosa tipo "machè.. nun me và de faticà..". Il sensei li guidò fuori dall'aula, e imboccò un lungo corridoio che Hiro non aveva mai percorso. "Robbie prendi esempio da Hiro. Dovresti essere felice di avere la possibilità di metterti alla prova e mostrare a tutti cosa sai fare!" provò a spronarlo Kobawe. Robbie continuò a borbottare "..ma se nu me và, vi dico..". "Cosa faremo esattamente, Sensei?" chiese Hiro eccitato. Kobawe si fermò di colpo "Ah, stavo per dimenticarmene!" tirò fuori dalla giubba un rotolo, tenuto stretto da un fiocco di tela rosso. Il Sensei lo sciolse e lesse il contenuto ai due giovani Ninja. "Trasportare un malato? A PIEDI?!" chiese con tono incredulo Robbie "Omadonnasantissima...". Hiro rimase in silenzio. "Beh, nulla di nuovo quindi..." pensò tra sè e sè, ricordando per un attimo le giornate trascorse con Tod in ospedale. Ripresero il cammino e dopo un po', svoltato un'angolo, si fermarono di botto. "E quello chi è?" Hiro notò una figura, proprio al centro del corridodio, distante circa 10 metri da loro. Il Sensei fece un cenno: era un invito a proseguire senza di lui? "Mi raccomando. Occhi aperti, non state andando a fare una gita in campagna". Hiro sobbalzò "Cosa... Sensei, ma lei non viene con noi?" Kobawe scosse la testa. "Fate attenzione" si limitò a ripetere. Poi spostò il suo sguardo sulla figura infondo al corridoio e gridò "Riportatemeli interi!" [...] la figura restò in silenzio, immobile, in attesa. Quindi Kobawe girò i tacchi e sparì dietro l'angolo. I due giovani si guardarono per un attimo: entrambi erano disorientati e spiazzati: ma un ordine restava pur sempre un ordine. Così avanzarono lentamente verso la figura. Avvicinandosi, Hiro si accorse che era ammantata, e possedeva una lucida maschera bianca "Ah! Questa divisa la riconosco! Appartiene alle squadre speciali..." pensò. Per un attimo si era dimenticato di tutta la sua forza, delle sue nuove capacità, della voglia che aveva di mettersi in gioco. Quella figura emanava una forza incredibile. Passo dopo passo si avvicinarono fino a trovarsi a pochi metri da lui...

[HIRO]
Stato Fisico: Illeso, riposato.
Stato Psicologico: Eccitato per la missione imminente e disorientato alla vista del Ninja mascherato.
Chackra: 10/10

[ROBBIE]
Stato Fisico: Illeso, assonnato.
Stato Psicologico: Rosica per la fatica imminente, tranquillo.
Chackra: 10/10

Robbie ha innata Occhi Diabolici.
 
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